di Flora Buttitta.
L’espressione pittorica e il suo mondo: ci sono nell’opera di Liga diverse componenti, un mosaico mutevole nel tempo, di remote origini e di acquisizioni culturali maturate negli anni sessanta, quegli anni in cui la cultura artistica e in particolare la pittura, anche quella meno figurativa, si diffonde tra un pubblico sempre più vasto.
Ed io credo che proprio Bagheria sia stato uno dei luoghi più interessanti in cui si sia potuto sviluppare questo commercio tra astratto e figurativo, poiché se l’emergere è l’astratto non bisogna dimenticare che da qui proviene Renato Guttuso, il più noto dei figurativi italiani.
E sappiano quanto amico Guttuso fosse di Liga.
In questo contesto realistico -astratto si colloca l’opera di Liga che muove all’emozione quando descrive la nostra terra come ancor oggi la troviamo: l’architettura misurata di ogni suo quadro descrive mirabilmente la perfetta geometria della campagna interna alla pianura Bagherese, a far che la luce sui prati ecciti le sue capacità espressive creando effetti lirici e in armonia rapporti tra le linee e la combinazione dei colori, una luminosità più evidente nei gialli e nel verde dei prati, comunicando gioca ed anche una sensualità lieve.
Dicevo gli anni sessanta perché furono quelli gli anni in cui lo conobbi: faceva il pasticcere in un laboratorio vicino alla nostra salumeria dove mio padre qualche volta si fermava a recitare e a Mario piaceva ascoltarlo.
Poeta nascitur si dice ancora e certamente anche pittori si nasce, ma io credo che al mestiere di pittore, che in seguito Mario ha scelto di fare in maniera esclusiva (a testimonianza del suo grande coraggio),egli sia stato aiutato dall’aver fatto il pasticcere, ma questo può capirlo solo chi conosce la perfezione, la ricchezza e i colori dei dolci di Sicilia. Divago?
Ha affrontato Liga anche altri temi, talora legati al mondo contadino e marinaro in particolare, talaltra alla descrizione del paese, ma non si possono non sottolineare due aspetti straordinari cui forse egli ritorna in momenti di intensa vitalità e felicità espressiva.
Sono le pitture su vetro in cui ebbe come maestro Onofrio Ducato il più bravo pittore di carretti e di tavolette votive e in cui l’utilizzo di un materiale diverso gioca un ruolo eccezionale nel riflettere la luce e il colore.
Il medesimo discorso per i suoi quadri bianchi, ricordando che, i colori “sono azioni della luce” e “il bianco è il concetto stesso della luce in colore”, come scrisse Goethe.
I bianchi di Liga stanno come gli altri tra l’immagine figurativa e la rappresentazione astratta.
Il suo mondo pittorico rimane sempre quello della nostra terra, della nostra società, del nostro tempo.
Flora Buttitta.

Personale al Palazzetto Favazzi di Bagheria M. Liga, I. Buttitta, Filippo Scirè, Dolcemascolo