di Giacomo Giardina.
Da questi chiari giorni di Pasqua porgiamo felici messaggi di ringraziamento alla Natura: Natura non matrigna; ma buona e generosa per noi artisti bagheresi: tra Noi Mario Liga ugualmente ispirato servitore della gran Madre di tutti. Strisciando terra terra diciamo come assetato. lui affonda liricamente il pennello fino alle radici vulcaniche, da cui esplodono fuori con violenza e prepotenza (grazie alla continua ricerca) figurazioni guerriere, con pennacchi, mascelle, cianciane, note di voci arabe, eserciti d’alberi con zagara: mani di contadini inventori del nostro tipico verdello cocciuto nel suo agrore che corre e ribolle per il mondo desideroso… via via ogni figurazione caratteristica di Liga nel suo proprio quadro specifico diverso… ma non mescoliamo i colori da confondere, questa mia descrizione poetica « futurista » straripante.
Con equilibrio, spero, inquadro in primo piano il grande paesaggio campestre di Mario che sorride a gambe larghe, pago e soddisfatto dal basso in alto: osserviamo la ricca e fresca colorazione che affluisce geometricamente e orizzontalmente lungo i « zaffini» che salgono a scale panoramiche ariosi e luminosi: la fantasia vi spazia e inventa eserciti d’alberi schierati, vittoriosi per stradelle, mura serpeggianti… Qua e là casette, limiti. « sipala »… L’occhio spazia: si dirama, gode e viaggia tra fiore e frutto di Bellacera, Ciandro, Traversa: ricche contrade per lavoro quotidiano, da padre in figlio: panoramicamente umano, sociale e didattico il quadro di fronte: qui ci sorge l’idea opportuna pretenziosa, rotativa che fantasticamente riproduce l’operare in migliaia d’esemplari per le scuole d’obbligo: già i maestri leggono e spiegano ai loro discepoli i miracoli della natura per il ritorno alla Terra con l’aratro moderno di Cincinnato! …
Ma non lasciamo indietro i paesaggi minori con gli stessi caratteri campagnoli e uguali timbri geometrici e
coloristici. Mario Liga dipinge da tempo e con amore tradizionale le scene guerriere e le ossature del carretto siciliano che fa rivivere attraverso il suo calmo nostalgico colore: così lo ricordiamo… il carretto, già scomparso alle furie della macchina! Ecco di là il quadro col tronco-padre olmo da cui nasceva la ruota e vicini frammenti: composizione barocca umana, commuove osservando la figura sensibile di donna gravida in alto, piena d’an- nunziazione materna: sorella gamba vicina l’assiste visibilmente… qui nella chiesa secolare, dove Mario pensa, lavora in continua ricerca tra tegole, mostri, paesaggi e sogni… Un puledro misterioso nero attento al nitrito dell’alba: presto farà giorno.
I lavori da esporre già pronti a partire per Roma sui carri cianciananti: inaugurerà la splendida Natura in via Margutta… 3×2 metri prospettiva lirica d’amicizia e sintesi!
Bagheria. Aprile 1982 Giacomo Giardina